(...) Negli ospedali psichiatrici si possono incontrare molte persone affette da disagio psichico e da patologie psichiatriche vere .e proprie e anche persone rifiutate dalla società che chiedono il ricovero in ospedale perché proprio non sanno dove andare. Ci sono inoltre, purtroppo, anche adolescenti che per le loro patologie vengono rifiutati dalle famiglie di origine e vengono affidati agli ospedali psichiatrici che se ne fanno carico per inserirli successivamente in comunità. Dietro un aspetto che può sembrare prettamente burocratico si nascondono storie molto toccanti, la sofferenza che provano questi ragazzi a volte è indescrivibile e in alcuni casi può dare origine a danni psicologici irreparabili. (...)
"Non rinunciare mai, Catherine. Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità." La prima volta che ho letto questa frase (tratta da un romanzo di Albert Camus) sono rimasto un po' confuso: che cosa voleva dire per l'autore "avere dentro di sé il senso della felicità " ? Ci ho ragionato molto, mi sembrava alquanto strano che si potesse avere dentro di sé solo ed esclusivamente il senso di uno stato ben preciso, quello della felicità, appunto. O si è felici o non lo si è, pensavo seguendo un criterio puramente ragionieristico. Ma poi, cercando di cambiare il mio punto di vista, cercando di avere una visione più complessa delle cose, ho concluso il mio ragionamento dicendomi: Catherine in questo momento probabilmente non è felice ma conosce il senso della felicità perché almeno una volta nella sua vita felice lo è stata. Ho proseguito nella mia riflessione arrivando a questa conclusione: solo se si è stati realmente felici almeno...
Ho preso consapevolezza della morte all'incirca verso gli otto anni. Mi stavo guardando allo specchio e ad un certo punto mi sono detto "un giorno, prima o poi, io non ci sarò più, non sarò più. Ho preso consapevolezza della morte ma, ciò che più conta, della vita, del fatto che c'è una netta contrapposizione tra questi due eventi, morte e vita, appunto. Gli animali sono esseri inconsapevoli, nascono senza sapere di essere nati, vivono senza sapere di vivere ma, soprattutto, senza sapere che moriranno. Per gli esseri umani il discorso è un po' più complesso in quanto sono esseri senzienti ed il loro approccio alla vita e, di conseguenza, alla morte può assumere sfaccettature diverse tra di loro. Ci sono persone che vivono la propria esistenza come se non dovessero morire mai, come se il loro viaggio su questa terra non dovesse mai aver fine e non si pongono affatto il problema di affrontare almeno per una volta il discorso relativo alla morte almeno con sé stessi, tant...
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